Il nostro primo incontro con la cianotipia
Ricordo ancora con gioia ed un pizzico di nostalgia il nostro primo incontro con la cianotipia.
Erano circa tre anni fa, eravamo in vacanza, e stavamo passeggiando per un mercatino di prodotti artigianali in un piccolo paese nell’entroterra di Lanzarote, la nostra isola canaria preferita.
Tra prodotti tipici locali, formaggi, vini, ceramiche e cappelli di paglia tradizionali, ad un tratto ci affianchiamo ad una bancarella tutta blu. Non potevamo non fermarci, perché sia io che Valentina abbiamo sempre provato una forte attrazione per questo colore.
Io in maniera più istintiva, a pelle, per via del suo effetto calmante. Fin da bambina quando mi chiedevano qual era il mio colore preferito rispondevo sempre il blu o l’azzurro.
Valentina in un modo più ragionato e concettuale, frutto di ricerche ed opere artistiche prodotte nei suoi anni universitari all’Accademia di Bologna.
Sul tavolo erano disposte una serie di cartoline e quadretti con foto di piante grasse, fiori di cactus, onde dell’oceano e panorami dell’isola. Ma non erano le solite cartoline souvenir da turisti, la loro particolarità era l’aspetto monocromatico in bianco e blu.
Il ragazzo dietro al tavolino, che tra l’altro parlava bene l’italiano, ha incominciato a raccontarci della tecnica utilizzata per produrre quelle immagini. Una tecnica chiamata cianotipia.
Affascinate, abbiamo comprato una piccola cartolina quadrata, che è tutt’ora sulla libreria di casa in un posto d’onore per il suo significato, e da lì è incominciato il nostro studio e la nostra passione per la cianotipia!

Cos’è la tecnica della cianotipia
La cianotipia è una tecnica fotografica antica, nata alla metà dell’800.
Sir John Herschel era un astronomo e scienziato inglese, che cercando un modo per copiare i suoi appunti inventò la cianotipia.
Si tratta infatti di una stampa a contatto: su una superficie porosa si stende un composto di sali metallici fotosensibili, e ci si appoggia sopra un negativo oppure un oggetto vero e proprio. Poi si espone il tutto alla luce del sole: le aree in cui la luce non colpisce il materiale sensibilizzato rimangono bianche, mentre tutto il resto assume il colore blu di Prussia, tipico di questa tecnica.

Cianotipia e natura
Imparare la cianotipia è stato per noi un invito a connetterci in un nuovo modo con la luce e la natura.
Ci piace andare a cercare le erbe spontanee nei campi ed utilizzarle in processi creativi che ne fissino il ricordo per sempre, come negli antichi erbari.
I fiori non li posso veder morire, per questo li metto sulla tela e così vivono più a lungo.
Marc Chagall
La cianotipia, come già la ceramica botanica, risponde benissimo a questa nostra necessità, e contemporaneamente, proprio per via della sua tecnica di realizzazione, ci porta all’esterno, a respirare l’aria primaverile, a sentire la luce del sole sulla pelle, ad ascoltare il canto degli uccelli e a guardare un cielo azzurro e senza nubi.
Allo stesso modo della manipolazione dell’argilla, anche la cianotipia per noi è diventata un processo terapeutico, che e ci ricorda che abbiamo bisogno di essere connessi con la natura per sentirci complete.

Un sole che continua a riscaldare
Le cianotipie che facciamo su carta sono cartoline, biglietti, piccoli o grandi quadri incorniciati. Quelle che facciamo sulla stoffa, le montiamo sui telaietti tondi di bambù per il ricamo.
Ci si possono riempire le pareti con queste “finestre botaniche“, che sembrano oblò da cui potersi affacciare per osservare una natura onirica e fiabesca, sempre rigogliosa.
Il blu intenso del cielo di una giornata d’estate emette un senso di calma, tranquillità e benessere, ed ispira a fermarsi anche solo un attimo per pensare solo a cose positive.
Ogni cianotipia conserva dentro di sé 10 minuti di una calda giornata di sole. Ci piace immaginare, infatti, che durante il tempo di esposizione immagazzini al suo interno tutto il calore proveniente dai raggi solari, che poi continuerà a promanare nei mesi futuri.
Anche nelle giornate più fredde dell’inverno, le cianotipie ci ricordano quei pomeriggi di Giugno/Agosto in cui hanno preso vita, ed in questo modo riescono a rasserenare i giorni più bui, tramite il ricordo luminoso che serbano in segreto al proprio interno.
Quindi non c’è niente di strano a dire che il blu è un colore caldo!
Vuoi dare un’occhiata alle nostre cianotipie?